Malfatti alle erbe di campo

Oggi, dopo un paio di giorni di pioggia, vento e freddo, anche se siamo in Aprile, posso finalmente andare a raccogliere un po’ di erbe selvatiche per preparare un primo piatto che ho imparato ad apprezzare quando ero una ragazzina. Si tratta dei malfatti, un goloso primo piatto che appartiene alla tradizione italiana. A seconda dei vari territori vengono chiamati anche “gnudi” in Toscana, “rabaton” in Piemonte e appunto “malfatti” in Lombardia. Nel Bresciano, dove sono particolarmente apprezzati, il comune di Carpenedolo ha addirittura assegnato la certificazione De.Co. ai suoi malfatti. Questo primo piatto aveva come ingrediente base le erbe selvatiche, che sono state sostituite, nel corso del tempo, del tutto o in parte, con spinaci e bietole. E’ un piatto povero che utilizzava le materie prime disponibili nelle nostre campagne: erbe campagnole, formaggio, uova e come legante pangrattato o farina. Per i miei malfatti ho raccolto del rosolaccio (Papaver rhoeas), in dialetto brianzolo popolanna, della lassana (Lapsana communis), della borsa del pastore (Capsella bursa pastoris) in dialetto cassel ed infine dell’erisimo (Sisymmbrium officinale). in dialetto trion. Ovviamente potete sostituire quelle proposte con altre erbe di vostro gradimento, meglio se non troppo amare.

Ingredienti:

  • 600 g di erbe spontanee miste,
  • 200 g di ricotta,
  • 180 g di farina 00,
  • 120 g di parmigiano grattugiato,
  • 50 g di burro,
  • 2 uova intere più un tuorlo,
  • una manciata di aglio selvatico,
  • noce moscata q. b.,
  • sale e pepe q. b..

Mondate con attenzione le erbe spontanee. Lavatele con cura e lessatele in acqua bollente salata. Scolatele e strizzatele per bene. Tritate grossolanamente le erbe lessate e fatele insaporire con il burro e l’aglio tritato per una decina di minuti. In una capace terrina ponete le erbe ripassate, la ricotta, che deve essere piuttosto asciutta altrimenti rende l’impasto acquoso, le uova, il formaggio, la farina e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Profumatelo con la noce moscata e regolatelo di sale e pepe. Preparate con le mani infarinate degli gnocchi di forma un po’ allungata, di circa 6-8 centimetri, come nella foto. Nel frattempo portate a bollore dell’acqua salata in una capace pentola. Gettate poco per volta i vostri malfatti nell’acqua e scolateli non appena tornano a galla come d’uso per gli gnocchi di patate. Fateli insaporire in un tegame con burro e salvia e una macinata di pepe. Portate subito in tavola, servendo a parte del formaggio grattugiato per chi vuole aggiungerlo.