Rafanata

Nel mio minuscolo giardino che, come dice mio figlio, pare un orto botanico, vegetano un paio di piante di rafano (Armoracia rusticana) detto anche cren o barbaforte. Ho imparato ad usare questa radice dai miei genitori che preparavano con il rafano e l’aceto una salsa dal gusto deciso e pungente, ottima per accompagnare i bolliti che gustavamo soprattutto d’inverno. Il rafano si trova raramente allo stato spontaneo nel nostro Paese, ma si può coltivare senza difficoltà nel nostro orto di città, in un angolo fresco e umido. È molto apprezzato dalle popolazione dell’Europa continentale e non solo in cucina, ma anche per le sue proprietà medicinali, è infatti revulsivo, antireumatico, depurativo, ricco di vitamina C e, pare, anche afrodisiaco.

In Italia è consumato soprattutto nella fascia alpina, ma anche nell’Italia meridionale in particolar modo nel Materano e nel Potentino. In queste zone, durante il Carnevale, si prepara una sorta di frittata a base di rafano, chiamata “Rafanata”, ma la radice di rafano viene, aggiunta a crudo, grattugiata, anche su diversi primi piatti locali come ad esempio i “frazzul”. Piacendomi il suo gusto particolare ed avendola a disposizione ho preparato con la radice di rafano una di queste “rafanate”.

Ingredienti:

  • 6 uova freschissime,
  • 500 g di patate,
  • una radice di rafano grattugiata,
  • formaggio grattugiato s. q.,
  • olio evo o strutto q. b.,
  • sale q. b..

Lessate le patate con la buccia. Pelatele e schiacciatele con una forchetta. Lasciatele poi asciugare e raffreddare a parte. Sbattete le uova aggiungendo il rafano grattugiato, il formaggio e le patate. Regolate di sale e amalgamate per bene il tutto. L’impasto deve risultare di una consistenza maggiore di quella di una normale frittata. Oliate una teglia da forno con olio o strutto, stendete la “rafanata” e cuocete in forno a calore moderato. Si può preparare la “rafanata” anche in padella o in tegame, come una frittata, tagliando rafano e patate a rondelle e facendole insaporire prima nell’olio, come quella che ho fatto io e che appare nella foto. Se preferite un aroma di rafano più accentuato, non amalgamatelo agli altri ingredienti e non cuocetelo in forno, ma aggiungetelo grattugiato dopo la cottura. In Basilicata esistono differenti varianti di “rafanata”: è possibile trovare al suo interno oltre alle patate anche la mollica di pane o la salsiccia stagionata ed altri ingredienti ancora, comunque tutti legati al territorio.

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