Dopo diversi anni continuiamo ancora ad essere ogni tanto contattati da chi ci chiede se le nostre segnalazioni degli appuntamenti, i riferimenti alle buone prassi e le segnalazioni delle novità in libreria (e quant’altro può avere il significato di segnalazione) vengano effettuati a pagamento. Sono pagine che da qualche anno non abbiamo più e naturalmente abbiamo risposto come sempre, dicendo di no, ma ci sembra utile precisarlo anche all’inizio di questa pagina di informazioni: tutte le inserzioni e le segnalazioni residue (fino a non molto tempo fa erano pressoché quotidiane), anche se hanno risvolti commerciali, sono gratuite, come sono gratuiti tutti gli altri “servizi” di questo sito, a cominciare dal download. Naturalmente questo significa anche che le inserzioni e le segnalazioni, non essendo questo sito una rivista o una vetrina commerciale, così come le cancellazioni, vengono effettuate a nostra discrezione, secondo l’attinenza che possono avere con il ristretto ambito di cui occupiamo.
Per saperne di più su questo sito
Anche se il sito è sul Web dal 2008, ha sempre qualche pagina ancora in costruzione (e parecchie sono state eliminate man mano che l’impegno a tenerle vive diventava troppo gravoso). Ha sempre avuto una struttura “enciclopedica” e una veste volutamente sobria e vuole essere una finestra aperta sull’interessante e variegato mondo delle piante spontanee alimentari e di chi, come e cosa, a vario titolo, ha a che fare con il loro uso culinario in Italia. Dal 2020 gli aspetti più propriamente gastronomici (ricette raccontante, immagini, schede sintetiche sulle piante, ecc.) sono ospitati nell’aapposita sezione che cura Stefania – si accede dalla hp ma di recente ha aperto anche una pagina FB (Stefania – Cucina selvatica di Lombardia) – mentre una finestra attiva è tenuta su FB con la pagina Pietro Ficarra – Uomini, piante e cucina. Chi volesse inoltre approfondire i già vasti contenuti di questo sito ha comunque a disposizione la nostra collana sulla cucina selvatica, a oggi ricca di undici volumi: non sono troppo economici nel prezzo ma sono molto ricchi di contenuti e lavoro.
L’ambito dell’uso alimentare delle piante spontanee si suole ancora, e per certi versi a ragione, definire “di nicchia”, ma esso interseca oggi tali e tanti altri ambiti dell’attività umana da non poter essere ricondotto ad aspetto residuale. È insieme reliquia del passato, retaggio della società contadina, riscoperta della natura, recupero della tradizione, scoperta identitaria, innovazione, mercato, formazione, alta cucina, ecc.. Merita quindi attenzione da parte di chi si occupa di antropologia o di sociologia della cultura con lo sguardo attento all’alimentazione e all’ormai infinito spazio di ciò che è alimentare.
Nonostante le deformazioni di quelli che sono i più consunti approcci tradizionali, il nostro piccolo osservatorio su questo mondo particolare – costituito dal sito, ma non solo – ci ha confermato da subito che la riscoperta del selvatico vegetale si inserisce in quella tendenza di lungo periodo che consiste nel voler disporre di un numero sempre crescente di alimenti e sapori da combinare in cucina. Ad alimentare questa tendenza anche con il contributo dei vegetali spontanei sono i molti altri motivi che proviamo a esaminare nei nostri “articoli” (la crisi economica di certi periodi, il bisogno di molti di pensare e vivere glocal, l’attenzione particolare ai temi della natura, la ricerca del prodotto tipico o tradizionale, ecc.) e le sempre più frequenti e intense commistioni culturali.
Il nostro interesse specifico per i sapori “selvatici” può comunque sintetizzarsi con lo slogan di una nota pubblicità di non molti anni fa, ancora presente nella memoria collettiva di molti telespettatori: “two gusti meglio che one”, o qualcosa di assai simile. Almeno da una trentina d’anni del resto le guide per gourmets e gourmands esplorando il territorio e i suoi prodotti spontanei hanno cominciato a non accorgersi più solo dei funghi. Ce n’è ormai per tutti i gusti con le piante spontanee – corsi, aziende produttrici, ricettari – e gli appuntamenti gastronomici loro dedicati non appaiono più come manifestazioni originali o strettamente stagionali. Partendo da questo ambito, e usando l’onda lunga dell’approccio anni Settanta al “tradizionale”, ma anche altri temi e tendenze, si può arrivare oggi anche al marketing territoriale più spregiudicato proprio con il selvatico in cucina.
In questo sito convivono comunque diverse forme e diversificati livelli di approccio al tema. Per scelta, perché si tratta di un ambito dell’agire umano vecchio quanto l’uomo e per ciò stesso non riducibile a visioni ristrette e parziali, e continuamente osservabile nel suo divenire, anzi oggi più che mai, con gli strumenti degli antropologi. Anche per non cedere all’allarmismo di certe campagne contro le erbe, considerate pericolose tout court, o all’opposto, all’enfatica uguaglianza naturale=buono per definizione.
Il sito è a conduzione “familiare”, Pietro e Stefania. Il nostro interesse per l’etnobotanica culinaria è rivolto soprattutto all’uso alimentare delle specie vegetali e agli aspetti gastronomici ma non trascorriamo del tempo libero solo a riempire queste pagine di schede di piante selvatiche e di possibili ricette per utilizzarle al meglio. Per quanto possiamo, e con un approccio che non è solo botanico, anzi lo è assai poco, cerchiamo comunque di svolgere un’opera divulgativa, che per essere seria non richiede però solamente una buona attenzione nell’operazione di copia-incolla, ma anche qualche apporto originale.
Il sito è anche uno strumento aperto a relazioni sempre più fitte con altre persone che a vario titolo si interessano al nostro tema e siamo sempre pronti a rendere le nostre pagine ricche di altri apporti e produttive di conoscenza per tutti. L’ampia disponibilità al download gratuito non è per noi solamente una consuetudine della Rete ma va per scelta anche in questa direzione. Anche chi vuole darci la possibilità di ospitare un proprio lavoro mediante diritto di copia è più che benvenuto. Nel nostro campo non sono pochi i contributi alla conoscenza che non hanno trovato edizione e siamo ben lieti, praticando a nostra volta il download gratuito, che ogni tanto qualcuno aggiunga il proprio ai contributi che già si possono trovare nell’apposita sezione. Per ogni genere di contatto e segnalazione si possono usare gli account di posta a disposizione.
Abbiamo scelto di rendere disponibili liberamente a tutti alcuni nostri lavori e gli approfondimenti delle varie sezioni, anche dopo averci messo molto impegno e fatica. Una pubblicazione tradizionale ci interessa del resto solo in quanto può essere utile davvero e non per arricchire curriculum già impegnativi per altri versi. Non mancano certo le buone pubblicazioni sulle piante spontanee alimentari italiane e nuovi lavori vengono aggiunti di anno in anno, con contributi di conoscenza talvolta preziosi e ai quali noi stessi attingiamo.
Oltre a schede di piante e ricette potete trovare sul nostro sito molte altre pagine di varia utilità, buone per chi ama l’approfondimento. Per il resto non aggiungiamo altro e vi invitiamo a navigare, certi che troverete molte pagine di vostro interesse.
Un cenno infine alle fonti. Nella sezione “Bibliografia”, così come in questa home page, si può prendere visione di un elenco di fonti consultate (letteratura e siti). L’elenco, purtroppo sempre in ritardo nell’aggiornamento, è ben più ristretto di quanto ci capita di leggere, ma è reso per comodità dei visitatori, per aiutarli a cercare nella letteratura o a navigare in rete – suggerendo anche testi che a noi sono sembrati di grande utilità o importanza per comprendere meglio la cultura alimentare e gli aspetti socio-storico-antropologici del cibo e del mangiare – oltre che a validare il nostro lavoro di studio che sta alla base del sito.
L’elenco delle fonti è utile non solo perché riporta appunto le fonti da cui sono state tratte significative informazioni ma anche perché, a volte, è il riferimento riassuntivo delle note che qui e là sono riportate nelle pagine informative, comprese le molte scaricabili in formato pdf (ricette, prodotti tipici, schede delle piante, ecc.). L’indicazione della fonte – quando è riportata nelle schede delle piante – è in questi testi uniformata con il numero indicato in parentesi, [x] per la letteratura cartacea e (x) per i siti, della raccolta contenuta nella “bibliografia consultata”. Precisiamo però che i rimandi bibliografici o sitografici nei testi non sono molti (molte fonti segnalate nell’elenco non hanno rimandi), essendoci limitati alle informazioni di particolare importanza, o uniche od originali o dovute per giusti motivi di copyright. La stragrande maggioranza delle informazioni si trovano in un ampio e crescente numero di siti Web e di testi scientifici e divulgativi, per i quali talvolta è anche molto difficile, e oltremodo pressoché inutile per gli scopi di questo sito, stabilire priorità, copyright e originalità, anche se si tratta di contributi molto importanti.