Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una delle piante più amate e raccolte del mio territorio. In dialetto brianzolo è chiamato “cicoria” o “insalata matta” mentre in italiano viene chiamato anche soffione e dente di leone. E’ da sempre utilizzato, specialmente in primavera, per depurare l’organismo dalle scorie accumulate durante l’inverno ed è un vero toccasana per il fegato. Ha un sapore gradevolmente amaro che in genere piace a tutti. In cucina si può utilizzare in diverse preparazioni: zuppe, contorni, ripieni, tisane, ma anche per particolari sottolio e sottaceti. Uso spesso anche i suoi fiori, che sono commestibili, per farci il famoso “miele di taràssaco”, che non ha niente a che fare con le api, ma è buonissimo come l’originale, e per preparare il risotto con i fiori di tarassaco, che è buono da mangiare e bello da vedere!
Ingredienti:
- una trentina di fiori di taràssaco,
- 300 g di riso (preferibilmente Carnaroli),
- una cipolla oppure dello scalogno,
- mezzo bicchiere di vino bianco (facoltativo),
- 1 l di brodo vegetale,
- un cucchiaino raso di curcuma in polvere,
- una noce di burro,
- grana grattugiato (facoltativo)
- olio evo q. b.,
- sale e pepe q. b..
Rosolate con poco olio in un tegame a fuoco dolce la cipolla o lo scalogno finemente tritato con i fiori di tarassaco spezzettati (i petali) che avrete precedentemente lavato con cura. Unite il riso e fatelo tostare, sfumando con il vino bianco se piace. Portate a cottura il risotto aggiungendo il brodo vegetale man mano che viene assorbito dal riso, regolando di sale. A fine cottura aggiungete la curcuma (che aggiungerà colore e sapore al risotto) e mantecate con il burro e il grana grattugiato. Insaporite con una macinata di pepe e servite ben caldo decorando il risotto con qualche fiore di tarassaco.