Una cara amica di origini pugliesi mi ha regalato di ritorno dal suo paese natale un bel cestino di lampascioni (Leopoldia comosa) chiamati anche cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio. Dalle mie parti in Brianza è detto aj de lôff. Non è facile a queste latitudini trovarne di selvatici in abbondanza e così, se non li coltiviamo, siamo costretti ad acquistarli. Si trovano però con una certa facilità, perché vengono richiesti dai molti immigrati pugliesi ma anche calabresi e lucani che risiedono dalle nostre parti e che giustamente non rinunciano ai sapori di casa. Nella loro forma i lampascioni ricordano una piccola cipolla ed hanno un sapore abbastanza amaro. Per questa ragione è opportuno lasciarli a bagno a lungo in acqua fresca, magari una notte intera e poi cambiare l’acqua più volte, sciacquandoli. I piatti possibili coi lampascioni sono moltissimi, ma la mia preparazione preferita resta però quella con le patate al forno. Una combinazione dolce-amara che conquista tutti in famiglia dopo il primo assaggio (anche quelli che nutrivano qualche perplessità), che trovo essere una valida alternativa alle scontatissime patate al forno e un modo per far conoscere questo particolare bulbo a chi non ha mai avuto l’occasione di assaggiarlo.
Ingredienti:
- 500 g di lampascioni,
- 500 g di patate (possibilmente rosse),
- olio evo s. q.,
- sale e pepe q. b..
Pulite con attenzione i lampascioni privandoli delle tuniche più esterne. Per togliere l’eccesso di amaro (che può disturbare qualcuno), come ho accennato in precedenza, lasciateli a bagno a lungo in acqua fresca, magari una notte intera e poi cambiate l’acqua più volte sciacquandoli. Asciugateli per bene. Pelate le patate e tagliatele a tocchetti. Unitele ai lampascioni e adagiateli in una teglia da forno ben oliata. Aromatizzate con sale e pepe. Qualcuno aggiunge anche rosmarino o una spolverata di pane grattugiato. Cuocete in forno a 180° per un’ora circa e servite come contorno. I lampascioni si prestano, come detto, a diverse preparazioni culinarie: fritti, incidendo la base a croce, assomigliano al servizio a piccole rose; lessati e conditi con sale, pepe e ottimo olio evo, che ne stempera l’amaro, in frittata; con l’agnello al forno e conservati sott’olio.
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