Mio marito Pietro ha una memoria fotografica notevole, spesso mi aiuta a ricordare dove avevo visto una determinata pianta che non è facile incontrare dalle nostre parti. Non si è smentito neanche stavolta e mi ha permesso di raccogliere una manciata di foglie di mirride (Myrrhis odorata) chiamata anche finocchiella o mirride delle Alpi. In Brianza non è molto conosciuta, mentre invece se ne fa un certo uso in cucina in Trentino Alto Adige, ma soprattutto in Friuli dove è possibile trovarla anche nei mercatini dove si vendono erbe. La mirride ha un delizioso e intenso profumo di anice e finocchio insieme che la rende preziosa in cucina per dare un gusto particolare a formaggi freschi, burro, macedonie di frutta, grappe, liquori e anche dolci casalinghi. Con un paio di manciate di foglioline che ho raccolto oggi preparerò nel pomeriggio una ciambella, poi ripasserò dove ho raccolto oggi, al momento giusto, per raccogliere i frutti della mirride e confezionare qualche bottiglia di liquore per l’inverno.
Ingredienti:
- una manciata di foglie di mirride,
- una manciata di uva sultanina (opzionale),
- 400 g di farina 00,
- 150 g di zucchero,
- 70 g di burro,
- 1 uovo,
- ½ bicchiere di latte,
- una bustina di lievito per dolci,
- un pizzico di sale.
Fate rinvenire in un poco di acqua tiepida l’uva sultanina. Nel frattempo setacciate la farina e formate una fontana su di una spianatoia. Versate al centro della fontana il burro leggermente morbido, l’uovo, lo zucchero, le foglie di mirride – che avrete precedentemente lavate, asciugate e leggermente tritate – il lievito, un pizzico di sale ed infine l’uva sultanina. Impastate bene il tutto ma velocemente. Date all’impasto la forma di un bastone e poi chiudetelo a formare una ciambella. Posate la ciambella sulla placca del forno o su di una teglia che ricoprirete con carta da forno. Spennellatela con del latte per renderla più lucida (potete usare anche dell’uovo). Infornate a 180° per 30/40 minuti circa. Dalla ciambella appena sfornata si sprigionerà un delizioso profumo di anice che personalmente mi ricorda i dolci semplici e un poco rustici della mia infanzia.