L’altra sera ho ricevuto con immenso piacere un cesto di fichidindia (Opuntia ficus-indica) che un parente di mio marito ci ha fatto recapitare a casa. Per tutti è stata una gioia assaporare questi frutti che arrivano direttamente dalla Sicilia, dalla campagna dei nostri cugini. Li mangiamo ben freddi d’estate quando andiamo nell’Isola per trascorrere le vacanze, mentre li compro qui in Brianza quando li trovo freschi, (ma quelli che crescono spontanei hanno un sapore inconfondibile, pure per me che siciliana non sono!). I fichidindia si trovano un po’ dappertutto in Sicilia e un tempo erano usati anche come invalicabili siepi di recinzione. Quelli che maturano adesso sono i cosi detti “bastardoni”, più grandi e succosi rispetto a quelli che gustiamo ad agosto. Con questa meraviglia della natura non ho resistito alla tentazione di preparare la “mostarda di fichidindia”, una specie di dolce al cucchiaio che mi ha insegnato mia suocera. Questa mostarda in Sicilia viene anche fatta asciugare al sole e conservata per un uso differito. Da me, a parte la mancanza del sole “giusto”, la mostarda della nonna (e ora della mamma), se non viene convenientemente controllata non raggiunge nemmeno l’ora di pranzo!
Ingredienti:
- 750 g di succo di ficodindia,
- 75 g di amido,
- un cucchiaino di cannella,
- una bustina di vanillina,
- granella di mandorle.
Sbucciate con attenzione i fichidindia, magari proteggendovi le mani con un paio di guanti. Metteteli leggermente tritati, con un filo d’acqua, in una pentola dai bordi alti in modo che possano rilasciare quanto più succo possibile. Passate più volte la polpa dei fichidindia al passaverdura in modo da recuperare tutto il succo e assicurarvi che non ci siano più semi. In una pentola fate sciogliere l’amido con un poco di succo di fichidindia usando la frusta, in modo da non creare dei grumi, e poi aggiungete il resto del succo, la cannella e la vanillina (qualcuno aggiunge anche chiodi d garofano pestati), sempre mescolando. Fate cuocere a fuoco basso fino a quando il composto non avrà raggiunto la consistenza di un budino. Versate la mostarda ancora calda in un piatto di portata o in singole coppette e fate raffreddare. Personalmente la preferisco appena tiepida con granella di mandorle (ma anche di nocciole o noci) ma è possibile aggiungere ancora una spolverata di cannella (che è apprezzatissima in Sicilia), come piaceva a mia suocera.
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