Nocino

Anche quest’anno, da quando non c’è più il mio papà che era il preparatore ufficiale del digestivo di famiglia, mi appresto a preparare il nocino. Papà era rigoroso, raccoglieva le noci il giorno di San Giovanni (il 24 giugno) come vuole la tradizione: io sono meno ligia al dovere, però al massimo sposto la raccolta di una settimana. Il nocino è uno dei liquori più tradizionali del nostro Paese e la regione Emilia Romagna è quella in cui è sicuramente più apprezzato. Del resto in una nazione agricola come la nostra, fino alla metà del secolo scorso, praticamente tutti avevano una pianta di noce nei pressi di casa o nel loro orto. Le noci costituivano una preziosa riserva energetica e anche in Brianza, come in altre regioni, si otteneva dalle noci un olio dal sapore delicatissimo. Le noci (frutti di Juglans regia) sono inoltre ricche di fibre, sali minerali, grassi “buoni”, vitamine: insomma un alimento davvero prezioso per la nostra dieta e la nostra salute. Per questo digestivo occorre però procurarsi delle noci con il loro mallo ancora verde e soprattutto perfettamente sane. Non sarà difficile trovare un noce nei dintorni di casa o nell’orto di qualche amico o parente e raccogliere le noci che ci servono!

Per il nocino di papà Ambrogio occorrono:

  • venti noci con mallo;
  • un l di alcol per liquori a 95°;
  • tre chiodi di garofano;
  • mezza stecca di cannella;
  • 500 g di zucchero;
  • un l di acqua non calcarea (o diversa quantità);
  • la buccia di mezzo limone.

In un vaso di vetro capiente e a chiusura ermetica ponete le noci che avrete lavato, asciugato e diviso in quattro parti. Per questa ultima operazione vi raccomando vivamente l’uso di un paio di guanti, altrimenti correte il rischio di ritrovarvi con i polpastrelli macchiati da una colorazione scura e che occorrano giorni per farla sparire: lo dico per esperienza personale!

Sulle noci versate l’alcol, aggiungete le spezie e la buccia di limone alla quale avrete tolto l’albedo, la parte bianca che ha un sapore amaro. Ponete il contenitore in luogo fresco e asciutto e di tanto in tanto scuotetelo per fare amalgamare per bene gli ingredienti. Dopo un una ventina di giorni travasate il macerato in un altro recipiente, filtrandolo con l’aiuto di un imbuto foderato con della carta da cucina bianca. A parte preparate con lo zucchero e l’acqua uno sciroppo che, quando sarà freddo, andrete ad aggiungere al macerato di noci. La quantità di acqua la decidete voi in base alla gradazione preferita (meglio sopra i 40° e in Rete si trovano facilmente le tabelle con gradi e corrispondenti quantità di acqua). Mescolate il tutto per bene e versatelo in bottiglie a chiusura ermetica, lasciando poi invecchiare il nocino per molti mesi prima di gustare. Il nocino necessita di un invecchiamento piuttosto lungo ma il risultato è sempre eccellente! Per l’imbottigliamento potete utilizzare anche delle vecchie o originali bottiglie che avete a casa, l’importante è che siano perfettamente pulite. Per l’etichettatura libero sfogo alla fantasia. Questo liquore ha un suo sapore particolare e una gradazione alcolica piuttosto alta, da bere quindi con moderazione ma, nel caso vi foste lasciati prendere a tavola dalla gola, il nocino è “una mano santa” per risolvere il problema!

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